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lunedì 30 settembre 2019

Report ospitalità nelle principali località della provincia di La Spezia (fonte: Booking.com)

Ho creato questo report giusto per farmi un'idea di com'è messa la nostra zona dello spezzino a livello di strutture ricettive, alberghiere ma soprattutto extralberghiere.
Nell'ultimo decennio abbiamo assistito tutti quanti a livello nazionale e ovviamente anche locale, ad un boom di piccole strutture che entravano nel mercato della ricettività (tra cui il mio B&B Sant'Andrea), all'inizio la legge regionale imponeva alle strutture extralberghiere di tenere aperto per un massimo di 210 giorni all'anno, poi nel novembre del 2014, la legge regionale sul turismo venne modificata e da allora chi vuole lavorare tutto l'anno deve diventare impresa ed aprire la partita IVA oppure continuare a lavorare stagionalmente solamente con codice fiscale, ma a differenza del passato in cui si doveva restare chiusi 5 mesi all'anno, ora chi vuole può lavorare tutti i mesi.
In questo report potete notare come la grande concorrenza agli alberghi non arrivi più da affittacamere e bed and breakfast, ma bensì da appartamenti privati che vengono affittati ad uso turistico, nella stragrande maggioranza da agenzie immobiliari mentre la minoranza  direttamente dai proprietari. La situazione di Levanto è emblematica: ben l'80% delle strutture ricettive che si possono prenotare ad oggi, 30 settembre 2019, sul sito di Booking è composto da appartamenti/case vacanze/ville. La restante minoranza del 20 % da affittacamere, B&B, alberghi, agriturismi, campeggi e ostello. 
Nella tabella ho inserito anche un valore in cui si rapportano le strutture ricettive di una determinata località al numero totale dei suoi abitanti. Vedrete colorati alcuni valori di rosso e verde, il rosso per rimarcare il valore più alto tra tutte le località prese in esame, quello di colore verde, il valore inferiore.
Da parecchio tempo nella mia cittadina si sente parlare di "emergenza abitativa", decine di famiglie di residenti non riescono a trovare alloggi in affitto per tutto l'anno sia in centro che pure nelle frazioni, spesso proprio perché questi sono affittati ai turisti da Pasqua sino a fine estate, così molti sono costretti ad emigrare e cercare un'abitazione nei comuni limitrofi del vicino entroterra. Purtroppo il turismo stanziale che si aveva sino alla fine degli anni 90 non esiste più, un'epoca in cui gli appartamenti ad uso turistico erano molti meno rispetto a quelli attuali e comunque durante la stagione si affittavano a mesi, oggi molti si trovano in affitto anche per una sola notte. Va da se quindi che se da un lato a Levanto negli ultimi anni è aumentata sempre di più l'offerta di posti letto, il rovescio della medaglia è il disavanzo che si è creato tra richiesta e offerta per affitti ad uso abitativo. Sicuramente questo sarà tra i temi più delicati che la futura amministrazione comunale che sarà eletta a giugno 2020 dovrà affrontare, le liste candidate non potranno ignorarlo, è evidente che serve una migliore programmazione a livello turistico in modo da scongiurare lo spopolamento della cittadina e la conseguente desertificazione commerciale. A proposito di commercio, invito tutti a leggervi il recente provvedimento del comune di Venezia per la salvaguardia delle botteghe del centro cittadino (qui trovate il video della notizia https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2019/09/ven-comune-venezia-ordinanza-decoro-gadget-souvenir-4508f9ff-f9ba-4f48-a658-fd5f7ec30342.html), una scelta che reputo sacrosanta, per evitare che i vari negozi si trasformino in una serie infinita di attività tutte uguali e senz'anima, in cui poter acquistare solamente souvenirs e chincaglieria varia di qualità scadente che poco o nulla hanno a che fare con la storia e la tradizione di una delle città più antiche e più belle del mondo com'è Venezia. Qualcosa di simile andrà fatto prima o poi anche qui a Levanto, per tutelare tutti i vari imprenditori che spesso mandano avanti attività commerciali da generazioni con non poche difficoltà e contribuiscono a rendere viva Levanto, diversamente il rischio è quello di ritrovarsii una cittadina semi disabitata e invasa solamente di bazar multietnici dove poter acquistare oggetti a basso costo che non c'entrano un tubo con la nostra realtà locale. Sia chiaro, non ho nulla di personale contro chi gestisce queste attività, ma il turista che viene dall'altra parte del mondo a visitare la nostra amata Italia, ricca di storia e antiche tradizioni, della buona tavola, non viene certamente per comprarsi un cappello di paglia o una calamita di dubbio gusto, ma per vivere esperienze autentiche in piccoli borghi, per tuffarsi nello stile di vita che fortunatamente abbiamo ancora, lontano anni luce dalla frenesia senza identità delle grandi metropoli dove ogni giorno chiudono antiche botteghe a favore di immense cattedrali nel deserto chiamate centri commerciali.
Buona lettura!

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